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La Corte di giustizia europea ha fatto riferimento al «cane da guardia pubblico» a tutela della democrazia e del pluralismo riferendosi al giornalismo d’inchiesta. E con ragione. Ma in fatto di Borse, mercati finanziari, investimenti e pubblico risparmio i principali watchdogs cui è affidata la tutela dell’interesse collettivo sono le Autorità che – come in Italia la Consob – vigilano sulla correttezza e sulla trasparenza delle offerte di investimento, degli scambi, delle fusioni e acquisizioni. E che sono, oltretutto, anche fonti istituzionali preziose per il mondo dell’informazione. Marco Onado, economista insigne, appassionato di mercati finanziari (e di cinema) – autore degli editoriali pubblicati su Investire e raccolti in questo volume – ha anche sempre avuto il talento della scrittura e ha onorato Investire della sua firma sin dal primo numero della nuova edizione della testata, dal gennaio 2019, scegliendo appunto Watchdog come titolo di questi spazi. Spazi in cui ha raccontato, e commentato, mese dopo mese, l’evoluzione e anche le turbolenze e le non poche criticità di una galassia effervescente, rivoluzionata dal digitale e clamorosamente sotto-regolata rispetto alla tradizione. Nel suo Watchdog Onado ha toccato, senza ideologismi da attivista ma nemmeno freni inibitori o riguardi di casta, tutti i tabù del nuovo mondo borsistico: dai derivati alle criptovalute alle meme stocks al social trading. Con un concetto-chiave a ricorrere nelle varie analisi: l’iniziativa dev’essere libera, ma le regole sono indispensabili. E oggi, sono inadeguate.