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Tommaso è un critico d'arte: mentre progetta il «saggio definitivo», si divide tra supplenze, un misconosciuto lavoro di redazione e altre forme di precariato culturale, che alle soglie dei cinquant'anni lo gettano in una crisi allo stesso tempo intellettuale e sentimentale. La sua «vita adulta» appare irrimediabilmente imbrigliata nella «triade maledetta: lavoro, moglie, figli». Nina è una performer: dopo aver sfiorato il successo internazionale con un esordio folgorante, si è quasi ritirata dalla scena artistica, rifiutando di sottostare alle leggi del mercato. Attraverso il corpo e una sessualità libera, benché non sempre gioiosa, Nina si appropria della realtà, senza lasciarsi condizionare da convenzioni e strategie di carriera. Questo romanzo è la storia della loro affinità elettiva, che si snoda tra Milano e Berlino, fino a quando Tommaso e Nina si incontrano e si riconoscono come due personaggi «in cerca di vie di fuga», aiutandosi a mettere a fuoco desideri e bisogni. Con "La vita adulta", Andrea Inglese ci dà un ritratto illuminante, ironico e spietato del lavoro intellettuale contemporaneo - e dell'arte in particolare, con i suoi imperativi di successo - ma soprattutto dei «tardogiovani» di oggi, che la vita adulta atterrisce o invece esclude. E pone domande cruciali: è ancora possibile, oggi, diventare adulti al modo dei nostri padri? Esiste ancora quel che si chiamava maturità? È mai esistita, o si è sempre e solo invocato il suo fantasma?