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Il periodo compreso tra gli anni Sessanta e il 1980 è uno tra i più difficili - ma anche più ricchi di istanze di futuro - vissuti da Torino dopo la seconda guerra mondiale. Dopo Italia 61 e il miracolo economico, dopo la creazione della città-fabbrica e l'immigrazione dal Sud (nel 1971 Torino raggiunge 1.200.000 abitanti, il punto massimo della crescita demografica urbana), in città esplodono, prima e più che altrove in Italia, tutte le contraddizioni di una società in tumultuoso cambiamento. Sono gli anni della contestazione e del terrorismo, della crisi petrolifera e dell'austerity, della nuova rivoluzione industriale che porta a cambiare per sempre il modo di produrre e concepire l'industria. E sempre in quegli anni nascono i germi della nuova Torino postindustriale, della città-laboratorio capace, a fine millennio, di cambiare ancora pelle, di reinventarsi immagine e sostanza. Pier Luigi Bassignana osserva questi anni «dalla parte dei torinesi»: raccontandone, con rigorosa leggerezza, gli umori e la vita quotidiana, anche grazie a un ampio apparato iconografico proveniente da importanti archivi nazionali e cittadini.