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Napoletano di nascita, ma fiorentino d’adozione, Tammaro De Marinis (1878-1969) fu nella sua lunga vita antiquario, collezionista, bibliografo, storico del libro, mecenate. Non compì studi regolari, ma in virtù di una precocissima frequentazione degli archivi e delle biblioteche napoletane, raggiunse in breve tempo notorietà internazionale grazie alla propria attività di libraio e alla pubblicazione di una nutrita serie di studi sul libro italiano del Rinascimento culminati nelle due monumentali monografie "La legatura artistica in Italia nei secoli XV e XVI" (Firenze 1960) e "La biblioteca napoletana dei re d’Aragona" (Milano-Verona 1947-1969). Ma De Marinis fu anche il promotore del rientro in Italia nel 1923 della celebre Bibbia allestita e miniata per Borso d’Este e l’organizzatore nel 1922 a Firenze della prima mostra internazionale della legatura e nel 1926 a Parigi dell’altrettanto importante esposizione dedicata al libro italiano. Ciò nonostante il suo nome suona oggi quasi sconosciuto al di fuori del ristretto contesto accademico. Il convegno organizzato a Napoli dalla Fondazione Biblioteca Croce, di cui si pubblicano ora gli Atti, ha voluto rimetterne al centro la poliedrica figura di uomo di cultura e di studioso, prestando particolare attenzione al forte legame, che mai venne meno, con la sua città natale.