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Geroge Gissing si fermò a Taranto per cinque giorni, dal 26 al 30 novembre del 1897, per poi ripartire per Metaponto e raggiungere Reggio e l’Etna. Quando "By the Ionian Sea" – da cui è tratto l'estratto qui proposto – uscì in America, nel 1905, in una recensione su «The Nation» fu salutato come un libro «che vale la pena leggere dall’inizio alla fine». Nel descrivere il viaggio in Calabria e lungo le selvagge coste italiane a sud di Napoli, Gissing parla di pessimo cibo, locande luride e vino annacquato. Ebbe anche attacchi di febbre, probabilmente malarica, ma affrontò queste sofferenze pur di vedere i luoghi della Magna Grecia e le città dell’antichità classica, che sorgevano in quella che per lui era una terra romanzesca. Trovò ben poco romantica l’architettura di Taranto, ma le scene fuori dal tempo, di un uomo e un ragazzo intenti a pescare e di un contadino che lavora in armonia col suo asinello, lo fanno sentire in pace col mondo. Immagina che Platone potrebbe aver visto gli stessi personaggi. Cercando il fiume Galeso, annota: «Il profumo del rosmarino sembrava venire da un mondo ormai svanito, attraverso i secoli».