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Può un libro cambiare la storia giudiziaria e politica di un Paese? Può un’inchiesta (una «controinchiesta») giornalistica, condotta da un anonimo gruppo di militanti e pubblicata da un minuscolo editore «eretico», modificare la percezione collettiva di vicende rilevantissime per lo Stato? Anzi, la percezione collettiva dello Stato stesso? Talvolta accade. E in Italia il caso senza alcun dubbio più significativo è quello de "La strage di Stato", libro uscito nel 1970 che per primo indagò sulla strage di piazza Fontana e sul coinvolgimento dei movimenti di estrema destra e delle istituzioni, che finì per vendere centinaia di migliaia di copie. Oggi, a cinquant’anni dalla strage, Aldo Giannuli riprende in mano quel libro e ci offre una «inchiesta sull’inchiesta», con tutta la passione e la competenza del ricercatore che proprio allora iniziò a investigare nei meandri più oscuri della nostra Repubblica. Con la consueta acribia, Giannuli esamina "La strage di Stato", con le sue rivelazioni e i suoi errori, e ci reimmerge in una storia molto meno lontana di quel che potrebbe sembrare, ripercorrendo vicende, «verità» processuali emerse nei decenni, altre verità meno appariscenti, misteri che ancora aspettano di essere sciolti. E che forse potranno esserlo, anche grazie a libri come questo.