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Tra le scuole grafologiche più importanti vi sono la scuola morettiana e la scuola francese, ciascuna con un proprio metodo e un proprio linguaggio: quale dei due metodi è il migliore? In realtà, afferma l'autrice, non ha molto senso parlare di vincitori e vinti, perché l'obiettivo al quale si deve tendere, è una grafologia “solidale”: che ponga cioè l'accento non tanto sulle differenze quanto soprattutto sulle somiglianze tra i due metodi che definiscono con termini diversi le componenti di una scrittura, attribuendovi però lo stesso significato psicologico. L'architettura del testo è chiara e facile da seguire. il libro è diviso in sezioni: nella prima vengono analizzati i segni morettiani e i relativi confronti con le specie della scuola francese; nella seconda il contrario: sono le specie francesi ad essere esaminate e messe a confronto con quelle morettiane; nella terza il confronto avviene in modo più sintetico attraverso raggruppamenti per categorie; infine nell'ultima parte, dopo una sintetica presentazione dei piani di lavoro proposti dalle due scuole, vengono presentate le analisi sulle scritture di personaggi famosi eseguite da Moretti e da grafologi referenti alla scuola francese. Lo scopo non è di dire parole definitive sulle due dottrine ma invogliare il lettore-grafologo a porsi domande che lo stimolino a riflettere: pertanto – scrive l'autrice – “destinatari sono tutti i grafologi che non vogliono chiudersi in steccati, che non si accontentano di schemini imparati a memoria, ma vogliono conoscere, approfondire, per arricchirsi anche dell'ormai necessario confronto: come peraltro più volte affermato dai migliori grafologi delle due scuole”.