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Uno viaggio nel nostro mare, il Mediterraneo, nel nostro passato, l’archeologia, e nel presente, il nostro essere oggi alla continua ricerca delle nostre radici per poter andare avanti. Josef Koudelka ha deciso di compiere un viaggio lungo e unico che in 30 anni che lo ha portato a fotografare in diciannove diversi paesi del Mediterraneo e a visitare più di cento siti archeologici della storia Romana e Greca. La sua esplorazione non ha precedenti; Alain Schnapp, il famoso archeologo, lo ha definito un viaggio unico perché nessuno prima di lui aveva provato con tale ostinazione a fornire una rappresentazione tanto completa di quel che rimane, vestigia, rovine, opere d’arte e resti del passato, della nostra storia antica. E tutto, usando in modo magistrale la fotografia. Se nel Diciannovesimo secolo i pittori romantici amavano le rovine, le dipingevano nella gloria della nostalgia più profonda. Josef Koudelka, invece, non coltiva la nostalgia e per lui le rovine sono resti emozionanti di quello che sta per morire; segni di ciò che succede ora, di cui l’arte dovrebbe recuperare il valore e il significato nel nostro presente. Perché è di fronte a questo “mare comune” che è nata l’Europa e i suoi valori fondanti. Questo lavoro non intende solo documentare la Storia ma vuole è recuperare il significato di un mondo che rischiamo di perdere; un mondo “che noi portiamo dentro di noi come macerie accatastate con instancabile speranza”.