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L’Operazione speciale voluta da Putin e dal governo russo, che a febbraio 2022 veniva presentata come un veloce colpo di mano in Ucraina, si è trasformata in un feroce conflitto moderno. La guerra che doveva essere denazificatrice si è rivelata un’operazione di saccheggio e sterminio. Questo libro dà voce alle tante e ai tanti compagni ucraini, russi e bielorussi, senza dare spazio alla disonesta propaganda di guerra degli stati e degli interessi economici partecipanti al conflitto. Molti erano i centri sociali, i collettivi femministi e LGBTQ+, i sindacati di base che operavano sul territorio ucraino prima del conflitto: cosa fanno e cosa hanno da dirci, oggi? Diversa è la situazione in Russia e Bielorussia, dove negli ultimi vent’anni la repressione del dissenso ha spinto ai margini della clandestinità le organizzazioni libertarie e femministe, ma anche da questi territori ci giungono testimonianze di una risposta alla guerra, in senso antimilitarista e antidittatoriale. La comune convinzione che emerge è che “solo il rovesciamento popolare del governo di Putin potrà porre fine alla guerra”.