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Che cosa accadrŕ quando moriremo? Dove eravamo prima di essere messi al mondo? La realtŕ che percepiamo con i nostri sensi č davvero cosě come ci appare? Dagli albori della civiltŕ, gli esseri umani continuano a porsi le stesse domande e a meditare sulle medesime ossessioni. Gli antichi cercarono risposte nel cielo, leggendo il proprio destino nell'occhio degli dči o, come iniziarono a fare alcuni filosofi greci, affidandosi all'argomentazione logica per motivare le sventure di ogni giorno. Fu Aristarco, quasi duemila anni prima di Galileo, a mettere in discussione la vecchia credenza che ogni cosa nel cielo ruotasse attorno alla Terra, e Aristotele aveva giŕ compreso, anticipando di secoli la fisica quantistica, che il tempo e lo spazio non sono dimensioni reali, ma soltanto percezioni dell'essere umano. Eppure, anche dopo le conquiste scientifiche e tecnologiche dell'etŕ moderna e contemporanea, nessuno sembra ancora in grado di rispondere ai nostri piů elementari interrogativi: qualcosa continua a sfuggirci, mentre le domande si moltiplicano diventando sempre piů ardite, e il nostro sguardo - capace ormai di sondare le piů piccole particelle della materia e di intravedere punti assai remoti nello spazio - deve fare i conti con i limiti dei tradizionali paradigmi scientifici. Dopo la rivoluzione culturale messa in atto dal precedente "Biocentrismo", Robert Lanza e Bob Berman mirano ancora piů in alto. "Oltre il biocentrismo" entra, con lo stupore di ogni scoperta e il rigore della biologia e dell'astrofisica, in uno spazio ancora non del tutto esplorato. Partendo dalle esperienze piů comuni - la percezione dei colori di un tramonto, la sensazione delle nostre dita a contatto con una fiamma, la capacitŕ di «vedere» qualcosa anche con gli occhi chiusi -, gli autori si propongono di dimostrare come la realtŕ non esista al di fuori di noi, ma accada sempre e soltanto nella nostra mente.