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Nel 1484 il papa Innocenzo VIII attraverso la bolla "Summis desiderantes affectibus" dette incarico a due predicatori domenicani, Heinrich Institor e Jakob Sprenger, di redigere "Il martello delle streghe, un testo atto a "punire, e correggere" le persone "infette da perversione eretica, dando inizio così a una caccia alle "streghe" che nel XV secolo uccise da 40 a 60 mila donne accusate di stregoneria. Considerato da alcuni come un testo sulla negazione dell'universo femminile, il Martello del Streghe risuona inquietante per i suoi aspetti di sconcertante attualità. La strega, "violentata e torturata dal diavolo incubo", è anche la sua "complice" nella pratica delle "sporcizie carnali", colpa femminile questa che sopravvive ancora oggi nei meandri più oscuri della nostra coscienza civilizzata. Nonostante fossero previste anche misure contro i maghi, era la donna a "godere" di maggiori attenzioni: l'alto livello di misoOnia deriva dal fatto che, secondo Aristotele e Sant'Agostino, la donna altro non è che un maschio mancato.