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Per una piena comprensione del pensiero e dell'azione di Mario Lodi non si può prescindere dal suo rapporto con Piadena, il paese in cui è nato e ha sempre vissuto, che egli amava definire il suo microcosmo. A partire dall'immediato dopoguerra la sua esemplare attività di educatore si è intrecciata con l'impegno politico, amministrativo, di cooperatore, di organizzatore di cultura, segnando profondamente, grazie anche al suo carisma, la comunità piadenese da cui, a sua volta, ha tratto costante alimento e ispirazione. Lodi ha dimostrato che la scuola si può cambiare soltanto partendo dal bambino reale e che ogni autentico cambiamento sociale deve affondare le radici nella storia e nella vita concreta delle persone. Le esperienze compiute nella piccola e appartata scuola di Vho, nel solco dell'attivismo e della pedagogia popolare, e i fermenti sociali e culturali che hanno caratterizzato Piadena per quasi mezzo secolo offrono ancora oggi preziosi insegnamenti e indicazioni di lavoro. Nel 1963 veniva pubblicato il suo primo "diario" didattico: C'è speranza se questo accade al Vho. Questo splendido titolo, che allora suonava come l'annuncio di una conquista, oggi sembra quasi un grido, un'esortazione a coltivare la speranza e la fiducia, nonostante tutto. Nel centesimo anniversario della nascita di Lodi, questa ricostruzione biografica, frutto di un meticoloso lavoro di ricerca, affronta le varie sfaccettature del suo lungo impegno educativo e civile con l'intento di restituirne un'immagine a trecentosessanta gradi.