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Negli anni 2000 la distinzione tra coniugi e conviventi ha perso definitivamente rilevanza, poiché qualunque convivente può creare un'unione affettiva più duratura e più stabile di chi è sposato. Famiglie formate da persone tra di loro sposate, o non sposate, o parti di una unione civile hanno assunto la medesima importanza giuridica, pur mantenendo caratteri diversi. Tale direzione è confermata dalla nuova disciplina sui figli, i quali hanno perso la tradizionale distinzione tra figli legittimi e figli naturali, per qualificarsi unicamente e semplicemente come figli. Anche le norme che disciplinano i rapporti con questi ultimi si rivolgono indifferentemente ai genitori e trovano applicazione anche quando la vita familiare termina con il divorzio dei coniugi o con la separazione dei partner. Da un punto di vista più strettamente metodologico, gli approfondimenti sulla famiglia e sul matrimonio, sia esso civile, cattolico o acattolico, sugli effetti personali e patrimoniali che ne derivano, sulla crisi dello stesso, nonché sulle unioni civili e riguardo ai figli sono preceduti da un caso pratico tratto dalla giurisprudenza che dà maggior spessore alle norme giuridiche sottostanti.