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I segni grafici che utilizziamo ogni giorno hanno origini antiche e misteriose. Ci sono stati tramandati da pitture rupestri, iscrizioni precolombiane e papiri, poi dalle opere di filosofi, matematici e poeti; sono stati immortalati con l'inchiostro di un calamaio o di un torchio, fino alla loro comparsa sulle ingombranti tastiere delle prime telescriventi o dei computer e, oggi, sui touchscreen di tutti gli smartphone. Lettere, segni di interpunzione, numeri arabi e romani: artefici e custodi dell'umanità - e forse anche loro ultima documentazione possibile -, da sempre questi simboli testimoniano la nostra storia, raccontano le leggende, fissano le conquiste scientifiche, le conoscenze geografiche e le fatiche letterarie: senza di loro non conserveremmo alcuna memoria e non sarebbe possibile l'evoluzione. Ma come nasce una lettera? Come si è deciso che un punto nel bianco della pagina dovesse rappresentare una pausa lunga? Perché il cancelletto e la chiocciola sono diventati così importanti nelle nostre scritture quotidiane? E quali saranno i simboli del futuro? Impareremo a leggere e scrivere su Internet o ci sarà una rivoluzione nelle scuole? Immergendosi nelle grandi opere del passato - tra le segrete numerologie della Divina Commedia, gli oracoli della Sibilla, gli acrostici di Napoleone - e perlustrando le più recenti tecnologie di comunicazione - come Facebook, Twitter e le innumerevoli chat -, Massimo Arcangeli ricostruisce e interroga nella “Solitudine del punto esclamativo” secoli di profonde mutazioni nelle lingue di tutto il mondo. Con il rigore scientifico della ricerca sapienziale e l'incalzare di una narrazione favolistica, riscopre così negli enigmi e nei giochi, nelle deviazioni e nelle scoperte accidentali dei caratteri tipografici le chiavi per decifrare il nostro passato e, con sospetto o fascinazione, provare a immaginare il futuro.