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Il giorno in cui, per la prima volta, parlarono a Domenico Quirico del califfato fu un pomeriggio, un pomeriggio di battaglia ad al-Quesser, in Siria. Domenico Quirico era prigioniero degli uomini di Jabhat al-Nusra, al-Qaida in terra siriana. Abu Omar, il capo del drappello jihadista, fu categorico: "Costruiremo, sia grazia a Dio Grande Misericordioso, il califfato di Siria... Ma il nostro compito č solo all'inizio... Alla fine il Grande Califfato rinascerŕ, da al-Andalus fino all'Asia". Tornato in Italia, Quirico rivelň ciň che anche altri comandanti delle formazioni islamiste gli avevano ribadito: il Grande Califfato non era affatto un velleitario sogno jihadista, ma un preciso progetto strategico cui attenersi e collegare i piani di battaglia. Non vi fu alcuna eco a queste rivelazioni. Molti polemizzarono sgarbatamente: erano sciocchezze di qualche emiro di paese, suvvia il califfato, roba di secoli fa. Nel giro di qualche mese tutto č cambiato, e il Grande Califfato č ora una realtŕ politica e militare con cui i governi e i popoli di tutto il mondo sono drammaticamente costretti a misurarsi. Questo libro non č un trattato sull'Islam, poiché si tiene opportunamente lontano da dispute ed esegesi religiose. Č soltanto un viaggio, un viaggio vero, con cittŕ, villaggi, strade e deserti, nei luoghi del Grande Califfato.