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Nello stesso giorno d'ottobre del '66, approdano in Sudtirol Giovanni e Karl. Giovanni è un giovane carabiniere appena entrato nell'Arma e spedito in quell'angolo dimenticato dalle sue Marche. Karl un aspirante postino appena rientrato dall'Alta Austria, in val Venosta, che i suoi avevano lasciato nel '39 a causa dell'Opzione. Entrambi trovano una terra "militarizzata" e attraversata da colonne di mezzi delle forze armate italiane, impegnate a fronteggiare i separatisti sudtirolesi. Karl non riconosce più la terra descritta dai suoi e Giovanni si trova a dover combattere un nemico invisibile, a suon di estenuanti turni notturni. Sullo sfondo si dipana la lotta in montagna, tra attentati, agguati e caduti da entrambe le parti. Troppo spesso liquidata come terrorismo, la questione sudtirolese viene affrontata in questo saggio travestito da romanzo, nel quale riemergono le ferite e le piaghe di un periodo sanguinoso e complesso. Il "Vietnam italiano", come viene qui definito, si chiuse con una serie di diritti riconosciuti al Sudtirol e con il ritiro delle truppe italiane che per anni si addensarono tra Alpi e valli. Giovanni e Karl alla fi ne si incontrano. E dialogano in un contesto di "guerra finita" ma mai troppo raccontata.