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La monografia su "Federigo Enriques matematico e filosofo" di Caterina Genna costituisce un’occasione per studiare e approfondire l’opera e il pensiero di un autore, che ha caratterizzato la cultura italiana (nella duplice connotazione scientifica e umanistica) tra la fine dell’Ottocento e la prima metà del Novecento. Da matematico e da promotore delle geometrie non euclidee, Federigo Enriques ha elaborato un modello culturale incentrato sul confronto tra scienza e filosofia. Il suo “razionalismo sperimentale”, detto anche “positivismo critico”, è riscontrabile tanto nelle opere di carattere teorico quanto nella sua attività di uomo di cultura impegnato, così come si evince negli anni di presidenza della Società Filosofica Italiana (1906-1913) e, per ultimo, negli anni della clandestinità a causa dell’emanazione nel 1938 delle leggi razziali ad opera del Governo fascista. Senza trascurare la peculiarità delle discipline fisico-matematiche, Federigo Enriques ha sostenuto l’esigenza di porre a confronto con la filosofia soprattutto la matematica, con l’obiettivo di elaborare una forma critica e responsabile di anti-idealismo nei confronti dell’idealismo metafisico. La sua visione generale del mondo denota la volontà di porsi oltre i limiti angusti dei particolarismi disciplinari, assumendo in termini critici razionalismo ed empirismo.