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“Falso trattato di manipolazione” è un libro dedicato alla libertà di espressione, alle tecniche di manipolazione politica e ricerca del consenso, oltre che una riflessione su temi eterni come moralità, solitudine e la condizione dell’artista. L’autrice procede sul doppio binario della narrazione oggettiva e su quello della rivisitazione autobiografica, a partire dalla propria infanzia e adolescenza sino all’età adulta vissuta insieme al marito (il giornalista e scrittore Romulus Rusan): astro nascente della giovane generazione di poeti e scrittori romeni degli anni Sessanta, fino alla caduta del regime del dittatore Ceausescu nel 1989, dagli anni Novanta del secolo scorso è diventata una figura di riferimento per il rinnovamento politico e civico della società romena. Le sue considerazioni sul senso della scrittura come soluzione esistenziale, sul ruolo dell’artista in una società ideologicamente abusata, sulla formazione e sul divenire personale risentono molto delle sue esperienze passate che l’hanno vista coraggiosamente dissenziente nei confronti del regime e oggetto di censura e vessazioni. Il Trattato assume valore come lezione di vita oltre che di straordinaria testimonianza della lotta e della resistenza contro qualsiasi forma di dittatura.