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Tra Ottocento e Novecento un grande flusso di oggetti di arte e artigianato proveniente da mondi lontani ha circolato tra i paesi coloniali, i grandi musei e le collezioni europee e nordamericane. Nel periodo postcoloniale tali beni sono stati interpretati come emblemi del rapace dominio occidentale e della sua violenza epistemologica e i popoli indigeni ne hanno spesso chiesto la restituzione. In un simile scenario si è andata sviluppando anche un'altra sensibilità, rappresentata dalla visione di oggetti ambasciatori dei kanak della Nuova Caledonia e da cui questo volume prende le mosse. Tale prospettiva concepisce gli oggetti del passato oggi custoditi nei musei occidentali non solo come testimoni di una storia di incomprensioni e sopraffazioni, ma anche come messaggeri di altre narrazioni. Più che segni inequivocabili di un'appartenenza identitaria da valorizzare o da rivendicare attraverso le politiche della repatriation, essi possono raccontare frammenti dell'articolato incontro/scontro tra europei e popolazioni locali, evidenziando gli scambi, i malintesi e le costanti risemantizzazioni operate da entrambi le parti. I contributi del libro affrontano simili processi di densificazione facendo dialogare le ricerche etnografiche e le suggestioni provenienti dall'Oceania con le riflessioni sviluppatisi all'interno del dibattito italiano su patrimonio, musei e cultura materiale. Testi di Matteo Aria, Elisa Beliate, Gaetano Ciarda, Roberta Colombo-Dougoud, Fabio Dei...