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Satelliti, grattacieli, turbine eoliche. A un primo sguardo, la tecnologia di oggi può apparire incredibilmente complessa. Spesso ignoriamo il funzionamento persino degli oggetti a noi più familiari, come aspirapolveri, frullatori e smartphone. Eppure, avventurandoci appena al di sotto della superficie, possiamo scoprire che anche il congegno più complicato è composto di elementi più piccoli, inaspettatamente semplici. In "Dadi e bulloni" l'ingegnera Roma Agrawal ci accompagna in un viaggio che scompone le più straordinarie prodezze ingegneristiche in sette fondamentali invenzioni: il chiodo, la ruota, la molla, il magnete, la lente, la corda e la pompa. Ciascuno di questi oggetti è una meraviglia di design, il risultato di numerosi tentativi e perfezionamenti. Insieme, hanno permesso all'umanità di scorgere l'invisibile, costruire lo spettacolare, comunicare a distanze prima inimmaginabili e persino lasciare il nostro pianeta per esplorarne altri. Delineando i viaggi sorprendenti e le evoluzioni spesso imprevedibili – quasi mai lineari – di ognuna di queste invenzioni attraverso i millenni, l'autrice ci rivela come senza i chiodi romani forgiati a mano non esisterebbe oggi lo Shard londinese, come il tornio da vasaio sia complice nella costruzione delle moderne stazioni spaziali e come modeste lenti abbiano reso possibile, contro ogni previsione, il concepimento di sua figlia. Tenendo bene a mente che l'ingegneria è l'incontro tra progresso scientifico e vicenda storica, Agrawal ci invita non solo ad ammirare queste invenzioni straordinarie, ma anche ad ascoltare le storie, spesso sconosciute, delle scienziate e degli scienziati, delle ingegnere e degli ingegneri che hanno partecipato alla loro ideazione e al loro sviluppo.