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Le città stanno cambiando in modo tanto rapido quanto profondo. La nostra capacità di comprendere la portata di queste trasformazioni è limitata dall’estrema complessità delle molteplici interazioni degli elementi in gioco. Alcuni evidenti, visibili, molti altri invisibili. Invisibile è ciò che non vediamo, perché difficile da percepire, ma anche ciò che è volutamente non visto, occultato, rimosso, perché affrontarlo richiederebbe scelte difficili e radicali. Nel “secolo dell’urbano”, l’Annale Feltrinelli LVII si misura con una serie di fenomeni la cui percezione è imbrigliata dalla capacità di vedere: le grandi questioni del clima e della salute; l’effetto dei processi di digitalizzazione; l’esplosione della disponibilità dei dati ma l’opacità degli algoritmi che li utilizzano; le popolazioni degli anziani, soli, intrappolati nelle loro case e dei giovani invisibili alle politiche; la polarizzazione crescente che ridefinisce le forme della stratificazione sociale; l’inerzia dei governi nell’affrontare i problemi sulla scala di una città che si è estesa sul territorio ed ha superato i confini tradizionali; la non trasparenza delle decisioni riguardanti infrastrutture e mobilità; l’ambiguità di un’urbanistica sempre più dipendente dall’iniziativa privata; le periferie sempre in attesa di un progetto. In questo lavoro di scavo scopriamo che portare alla luce e discutere della città invisibile vuol dire scoprire un patrimonio di risorse latenti che possono riannodare i legami tra città e società. Legami decisivi per prendersi cura dello spazio urbano, dei suoi abitanti e dell’intero ecosistema.