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Le aree interne non sono solo all’interno, come le periferie non sono solo ai bordi, e, come le periferie, non sono tutte uguali. Le loro debolezze e le loro potenzialità possono essere indagate e “misurate”: idee e progetti devono essere molto legati ai contesti. La ricerca Scenari, strategie e azioni per contrastare lo spopolamento e la marginalità delle aree interne. Un sistema di aiuto alle decisioni e alcuni spunti progettuali, finanziata dalla Regione Sardegna (Legge n. 7 del 2007), si propone di “dare una mano” a chi deve decidere, per individuare azioni coordinate, una strategia e delle politiche per le cosiddette aree interne della Sardegna. E si propone di misurare le fragilità e le antifragilità con un modello semplice, amichevole, ma capace di proporre azioni e politiche sistemiche, un modello basato su una valutazione di debolezze e potenzialità, che un po’ impropriamente abbiamo chiamato capitale territoriale. Le azioni e le politiche proposte ruotano intorno a tre temi: i molti modi e le molte forme dell’abitare e del riabitare: la riqualificazione architettonica e urbana deve attivare energie e risorse delle comunità capaci di integrarsi con nuove forme di cittadinanza (anche temporanea); una nuova centralità della questione rurale, non coincidente ma fortemente sovrapposta alla questione delle aree interne. D’altro lato la questione della produzione è cruciale: sembra indiscutibile che essa stia alla base di modelli di società e di produzione adeguati a gestire la transizione ecologica. Uscire dalla crisi dell’attuale modello produttivo implica l’emersione di nuovi abitanti-produttori capaci di interpretare la multifunzionalità rurale; la scuola, la formazione, la divulgazione: in un territorio organizzato da piccoli centri emerge il ruolo della scuola come istituzione che si ripensa nelle molte dimensioni, non solo dell’apprendimento formale, legato allo spazio-scuola, ma come condensatore della crescita culturale sul territorio.