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«Sono passati vent’anni da quando, nella primavera 2003, la “Coalizione di volenterosi” a guida statunitense invadeva l’Iraq dando avvio alla Seconda guerra del Golfo. La rapida deposizione del regime di Saddam Hussein è stata in realtà l’inizio di un conflitto lungo e sanguinoso, con il quale gli iracheni stanno ancora facendo i conti. L’Iraq post-invasione è un Paese in cui un feroce regime è stato sostituito da una moltitudine di regimi, ognuno dei quali traccia le proprie linee rosse, protetto e sostenuto dai propri referenti politici, dai propri media e dalla propria ala armata. Le milizie hanno velocemente formato un deep state più potente dello Stato stesso, che opera in totale impunità e sembra impossibile da sradicare. Questo saggio – anche attraverso un’ampia raccolta di testimonianze – cerca di raccontare l’attuale situazione del Paese, con particolare attenzione alla mancanza di libertà d’espressione: un problema che si intreccia agli altri e che acquisisce ancora maggior valore osservando quanto sta succedendo nel vicino Iran, principale agente di repressione anche sul territorio iracheno.» (Prefazione di Chiara Cruciati)