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“Bad Gays” raccoglie le vite di quei personaggi gay che faticheremmo a definire paladini dei diritti Lgbtq+: i bugiardi, i potenti, gli arrivisti, i criminali. Da Alessandro Magno a Ernst Röhm, da Yukio Mishima a Lawrence d’Arabia, la nostra storia ne è disseminata. Ogni minoranza che lotta per uscire dall’emarginazione, per il riconoscimento o per la stessa sopravvivenza si trova prima o poi a fare i conti con la questione di chi debba essere il volto della propria battaglia, quali voci e prospettive all’interno del gruppo debbano essere messe in luce per riflettere adeguatamente la sua esistenza. Gli autori di questo libro si sottraggono a questa domanda per porsene una ancora più acuta: quali sfaccettature non ancora raccontate ha la storia queer? Perché tutti ricordano Oscar Wilde e nessuno ricorda Bosie, l’uomo per cui è finito alla sbarra? Forse siamo giunti al punto in cui è necessario parlare anche dei bad gays, i gay spietati e crudeli, affinché il quadro sia completo. Raramente menzioneremmo l’omosessualità di un generale nazista o di un perfido agente dell’Fbi, eppure le loro vite sono state influenzate dal proprio orientamento sessuale quanto quelle di Alan Turing o Audre Lorde. Lemmey e Miller hanno ricostruito le quattordici vite incredibili di alcune tra le figure più controverse della storia per scardinare i luoghi comuni tradizionali dell’identità sessuale.