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Olanda, 1944. La danza è l’unica cosa che distrae la giovane Audrey dagli orrori della guerra e dai morsi della fame. Sogna di diventare una prima ballerina, ma una dopo l’altra le sue compagne di ballo, sempre più magre e deboli, si ritirano fino a che la scuola non decide di chiudere. È il momento più cupo di quegli anni difficili, con il padre filonazista che li ha abbandonati e i fratelli lontani impegnati nella Resistenza. Un giorno, però, fuori da casa compaiono due soldati che hanno qualcosa di diverso: parlano inglese, la lingua paterna che per anni non ha potuto usare, e le porgono un regalo tanto prezioso quanto raro: una tavoletta di cioccolato. Gli alleati sono finalmente sbarcati e stanno liberando l’Europa dai tedeschi. Ha così inizio una nuova vita fatta di passione, sacrifici e grande determinazione che dai teatri di Londra la porterà fino a Broadway. Una scalata verso il firmamento di Hollywood, tra i vari successi che l’hanno resa iconica, a partire dal ruolo in Vacanze romane che le vale l’Oscar come migliore attrice nel 1954. Ma dietro la notorietà e i film accanto a grandi interpreti come Gregory Peck e Humphrey Bogart e oltre lo scintillio della star, si nasconde una ragazza fragile e introversa, che continua a scegliere l’uomo sbagliato. Malinconica e sognante, raffinata ed efebica: per tutti è l’indimenticabile protagonista di Colazione da Tiffany. Ma chi era la vera Audrey?