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Il saggio esplora i processi per capire specificità e diversità dell’ambiente fisico, la struttura di base degli habitat di piante, animali e uomini. Ne scaturiscono le analisi dei possibili impatti dell’uso del suolo, con lo scopo di trovare gli strumenti per prevenire gli squilibri, piuttosto che curarli a posteriori, che è lo scopo fondamentale della pianificazione sostenibile. Per quest’ultima la questione del paesaggio, ormai liberata dai canoni esclusivamente estetico-percettivi, è prioritaria. Il primo capitolo è dedicato a questo tema, strategico sia per la dimensione regionale e territoriale dei piani paesaggistici, sia perché il paesaggio è prodotto dall’interazione fra natura e cultura e il fulcro della sostenibilità non può che essere qui. Seguono due capitoli “di servizio”, dedicati al quadro normativo italiano ed alla lettura del territorio, quindi, nei successivi tre (“Aria”, “Suolo” e “Acqua”), si analizzano i processi dell’ambiente fisico in termini di correlazione fra i suoi caratteri intrinseci e gli impatti generati dall’azione antropica, ovvero l’uso del suolo. L’impostazione dell’analisi deriva da una riflessione sulla massima di Alfred Korkybski: «la mappa non è il territorio»; essa trae origine dall’astrazione, che è la caratteristica tipica di questo modo di conoscere. La mappa però è statica, è una fotografia della realtà, che invece è dinamica e complessa, motivo per cui è utile il modello di simulazione dei processi; anch’esso “non è il territorio”, ma ha il pregio di aggiungere alla mappa la valutazione preventiva di scenari e l’impatto ambientale. Questa nuova edizione del testo illustra tali processi, con una focalizzazione più netta sull’uso del suolo, per cui, quando necessario, propone i cosiddetti modelli di simulazione “manageriali”, orientati a definire scenari, anticipando e chiarendo al pianificatore le possibili conseguenze delle decisioni.