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La scommessa di Blaise Pascal, di cui a giugno del 2023 ricorre il 400° anniversario della nascita, riguardava Dio. L’uomo è un essere tragico, senza speranza – argomentava il pessimista Pascal –, dunque conviene scommettere sull’esistenza di Dio: non si perde niente e si guadagna tutto. La scommessa di Antonio Pascale è un’altra e non riguarda l’esistenza di Dio, ma parte dalla seguente domanda: possiamo usare il pessimismo di Pascal per indagare laicamente sulla natura umana? per capire perché gli esseri umani si sono inventati Dio e le storie? come ci muoviamo e perché ci chiediamo cosa conviene e cosa no? L’altra scommessa consiste dunque nel collegare il pessimismo alla ricerca delle ragioni che rendono la vita degna di essere vissuta. Il pessimismo inoltre è la leva per rispondere: l’idea di Dio è nata dallo stomaco vuoto di noi umani? Se l’idea di Dio nasce per onorare chi ci fa mangiare, se l’idea di Dio è quella di colmare un vuoto, allora ha senso chiederci che fine ha fatto il vuoto da cui tutto è nato. Antonio Pascale, con l’acutezza e l’ironia della sua penna e della sua testa, ragiona su come stiamo cercando di riempire quel vuoto. Un pamphlet sulla necessità del pessimismo e sulla novità dell’ateismo.